Giornata della Terra: non abbiamo un pianeta B.

“Da questa manciata di terra dipende la nostra vita. Amministratela saggiamente e lei farà crescere il nostro cibo e di che scaldarci, ci offrirà un riparo e ci circonderà di bellezza.
Abusatene e deperirà, morirà, portando con sé l’umanità intera.” (dalle Scritture Sanscrite Veda – 1500 a.C.).
Era il 1969 uno dei più gravi sversamenti di petrolio nella storia del pianeta al largo di Santa Barbara in California che provocò un disastro ambientale che ancora oggi è il terzo più grande nella storia degli Stati Uniti. Alla vista di un simile disastro la protesta montò come un terremoto e il 22 aprile del 1970 scesero in piazza venti milioni di americani.
A distanza di quasi 50 anni dal primo memorabile Earth Day – Giornata della Terra, viene da chiedersi se quella rabbia, quella strenua difesa del bene più prezioso che possediamo, l’ambiente siano servite a qualcosa.
Oggi in tutto il mondo sono attese centinaia di iniziative per promuovere la consapevolezza su quanto sia urgente e necessario prenderci cura del nostro pianeta.
L’Italia nonostante tutto questo deve ancora migliorare di molto le sue performance, visto che sono ancora aperte ben 17 procedure d’infrazione (che sono il 23% del totale delle procedure a carico dell’Italia) ed è sotto sorveglianza con 43 istruttorie EU Pilot (al primo posto in Europa) aperte per sospetta violazione delle norme ambientali, dato aggiornato al 2017, e come al 31 dicembre 2018 il nostro Paese abbia pagato oltre 548 milioni di euro di multe per il mancato rispetto della normativa comunitaria (dei quali più di 204 mln solo per le discariche abusive, oltre 151 mln per la gestione dei rifiuti in Campania e 25 mln per il mancato trattamento delle acque reflue urbane).
Eppure, in un’epoca di migrazioni forzate anche a causa di catastrofi legate ai cambiamenti climatici, la salute della Terra riguarda tutti noi da vicino.
In vista delle prossime elezioni europee bisogna rimettere l’Italia e, in modo particolare in nostro Sud, al passo con L’Europa ridefinendo alcuni punti sostanziali:
1. c’è bisogno di dare finalmente gambe e concretezza alla Strategia per lo Sviluppo sostenibile;
2. dotarsi entro l’anno di un Piano Nazionale Energia e Clima
3. rilanciare la Strategia Nazionale per la Biodiversità
4. sostenere una riforma della Politica Agricola Comune (PAC)
Solo con una presa di posizione concreta potremo forse consegnare alle generazioni future un pianeta che sopravviva anche a loro.
Rimettiamo al centro dunque, una riconversione ecologica, salviamo l’ecosistema e tante specie animali a rischio estinzione.
Ciascuno è invitato a dare il proprio contributo, cambiando le piccole abitudini quotidiane, dalla scelta dei trasporti e della tecnologia a quella del cibo.
A Sud di nessun Nord, Mediterraneo, Terra, Reddito e Lavoro, Comunità, Democrazia, Economia Circolare, Inclusione, Diritto alla salute e al cibo, rafforzamento di uno schieramento mondiale per un’agricoltura fuori dal modello neoliberista del massimo sfruttamento delle risorse, che concentra la ricchezza nelle mani di pochi e scarica sugli agricoltori, sui lavoratori e sui cittadini-consumatori gli alti costi economici, sociali e ambientali.
Tra le richieste principali di Altragricoltura, di cui Gianni Fabbris è il presidente, vi è proprio quella di una profonda revisione della Politica Agricola Europea (Pac), che riorienti le enormi risorse a disposizione (solo in Italia – ha affermato Gianni Fabbris, portavoce di Altragricoltura – si spendono 12mila miliardi di incentivi in agricoltura, più dell’80% dei quali destinati a meno del 20% delle aziende agricole) a favore di una produzione del cibo legata al territorio ed al suo uso corretto, e ad alto contenuto di lavoro, sottraendo fondi al modello degli incentivi all’esportazione.
Battersi per quello che consideriamo giusto può fare la differenza e influire sulle scelte.
Scegliamo i politici e le forze politiche che con coerenza si battono.
Gianni Fabbris e La Sinistra lo sono sicuramente.
“Il contributo di ognuno di voi, il tuo contributo sono importanti e possono essere decisivi a far vivere in questa campagna elettorale lo sforzo collettivo di riaprire la strada dell’alternativa che sembra oggi un’utopia. Abbiamo bisogno di una scossa forte, di una rivolta contro l’idea che tutto ormai sia scritto dalla paura e da un pensiero reazionario. Abbiamo bisogno di scrivere un’altra storia!”

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