“Una sinistra che vuole davvero ricominciare non può farlo da astratte ideologie ma da solidarietà e pratiche di lotta”. E’ la conclusione a cui arriva Gianni Fabbris sulla base di quanto accaduto alla Sapienza a Roma ieri intorno alla vicenda di Mimmo Lucano.
Per Fabbris, che come Lucano è stato attivamente perseguito dalle procure per le sue lotte a fianco di contadini e agricoltori uscendone grazie al tessuto di solidarietà e relazioni politiche costruito in venticinque anni di militanza, il grande concentramento di popolo che c’è stato davanti alla facoltà di Lettere “non era scontato”.
“E’ il segno – continua Fabbris, che è candidato alle elezioni europee nella lista “la sinistra” – che per la sinistra si può costruire consenso intorno alle esperienze di resistenza e di solidarietà. Esperienze che partono dal basso portando il segno di una comunità in marcia”.
Quello che abbiamo sperimentato nelle campagne fianco a fianco con contadini e agricoltori – conclude Fabbris – è che laddove la sinistra ha abbandonato è cresciuta la paura. E la paura non si sradica con gli slogan ma respirando la stessa aria, condividendo lo stesso palmo di territorio”.
Fabbris proprio pochi giorni fa aveva indirizzato una lettera a Mimmo Lucano, all’indomani dell’interdizione della magistratura alla sua presenza ad una iniziativa pubblica. Una diversità di trattamento, da “esiliato”, che Lucano aveva paragonato misurandone la disparità alla situazione dell’ex-sottosegretario Siri.
“Caro Mimmo – aveva scritto Fabbris – sei dalla parte giusta della barricata. Tieni duro. Stai accorto ma stai sereno”.
Commenti recenti