Comunicato Stampa (26.4.19)
“Basta con la barbarie nei nostri campi del Sud. Basta con la mattanza di giovani costretti a vivere in baracche fatiscenti. Basta con il furto di reddito agli agricoltori e di diritti ai lavoratori che scarica sui più deboli i prezzi della crisi. Le campagne di raccolta dell’ortofrutta sono quanto di più prevedibile: quantità da raccogliere, ettari impegnati e periodi in cui c’è bisogno di manodopera nei campi. Allora si possono e si devono prevedere i servizi necessari (accoglienza, trasporti)”.
Gianni Fabbris, presidente di Altragricoltura e coordinatore del movimento “Riscatto”, interviene sulla morte del giovane gambiano a Borgo Mezzanone, arso vivo nel rogo della sua baracca all’interno di uno dei tanti ghetti-dormitorio disseminati nelle campagne del Sud.
Fabbris mette l’accento sulle gravissime le responsabilità politiche e istituzionali “di chi ha smantellato nei decenni scorsi gli Uffici di collocamento e non ha predisposto servizi di accoglienza e di trasporto degni di un Paese Civile”. Si tratta di responsabilità che, sempre secondo Fabbris, “pesano su tutte le forze che hanno governato negli ultimi due decenni (di tutti i colori politici). Non abbiamo bisogno di sciacalli e strumentalizzazioni ma di azioni politiche e scelte diverse!”. Chiaro il riferimento a Salvini, che Fabbris attacca frontalmente: “Salvini, invece di buttarla in caciara accusando la sinistra, come ha fatto oggi commentando la morte del giovane bruciato vivo nella sua baracca, ci dica se il governo in carica intende dare risposte alle richieste di civiltà che da anni vengono sollevate dai cittadini, dagli agricoltori e dai braccianti”.
Fabbris, che è anche candidato alle prossime elezioni europee per la lista “La Sinistra”, chiede che sia l’Europa ad intervenire prendendo spunto da vicende come questa fino a costituire una commissione d’inchiesta su quanto accade nelle campagne italiane (come di tutto il mediterraneo europeo) e sul perché lo Stato non riesce a garantire servizi di accoglienza e trasporti civili. “Se l’Italia viene minacciata di multe salatissime quando non rispetta la direttiva sui rifiuti non si capisce perché su drammi di questa portata non ci sia nessuno a Bruxelles che abbia almeno un moto di riprovazione, e quindi agisca di conseguenza. Le grandi campagne di raccolta in tutta l’Europa meridionale si stanno trasformando da occasione di sviluppo e benessere economico in una grande questione sociale che mostra il volto dell’arretratezza e della crisi. Questa non è l’agricoltura di cui abbiamo bisogno”.
Con l’associazione “No Cap” di Yvan Sagnet, Fabbris sta collaborando da tempo per iniziare a strutturare un mercato di prodotti etici. “L’agricoltura deve essere il luogo etico dove garantire i diritti: un salario giusto, i servizi, reddito e un ricavo giusto per le imprese. L’idea che i monopolisti della filiera agro-alimentare possano comprare a basso costo usando i caporali per ricattare produttori e braccianti deve finire. La corsa al ribasso dei costi produce morte dei lavoratori, desertificazione delle campagne, chiusurda delle aziende”
“Solo una forte alleanza fra braccianti, imprese agricole, consumatori e operatori commerciali corretti può cambiare il corso di scelte europee e nazionali che continuano a tenere le campagne e l’agricoltura italiana nella crisi. Il 29 aprile nelle campagne del tarantino insieme a Sagnet condurremo una serie di iniziative perché dentro la campagna elettorale delle europee venga messo il tema del valore del lavoro e delle imprese in agricoltura”.
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